Se dovessimo associare un nome italiano a una figura titanica come quella di Leonardo da Vinci, il nostro sguardo potrebbe cadere su Cesare Lombroso. Mentre Da Vinci incarnava lo spirito rinascimentale con la sua poliedricità e genio creativo, Lombroso rappresentava un’epoca diversa, segnata dall’ascesa della scienza e dalla volontà di spiegare l’animo umano attraverso una lente oggettiva.
Lombroso, nato a Verona nel 1835, fu uno dei primi criminologi moderni. La sua teoria dell’“uomo delinquente” nacque nell’epoca della Rivoluzione Industriale, un periodo tumultuoso di cambiamenti sociali e economici che videro nascere nuove classi sociali e amplificare le disuguaglianze. Lombroso credeva che la criminalità fosse intrinsecamente legata a tratti fisici e a una predisposizione biologica: osservando i corpi dei detenuti, identificò caratteristiche peculiari – come lo spazio tra gli occhi o la forma del cranio – che attribuiva alla “natura criminale”.
Sebbene oggi la teoria di Lombroso sia stata ampiamente superata e considerata obsoleta, il suo lavoro ha lasciato un’impronta significativa sulla storia della criminologia. La sua passione per la ricerca scientifica, la meticolosa raccolta di dati e l’utilizzo di metodi innovativi per l’epoca hanno contribuito a far emergere la figura del criminologo come professionista distinto da quello dell’investigatore tradizionale.
Un’Epoca Tumultuosa: L’Italia durante la Rivoluzione Industriale
La Rivoluzione Industriale arrivò in Italia con un certo ritardo rispetto ad altre nazioni europee, ma il suo impatto fu altrettanto profondo. La diffusione delle industrie tessili, meccaniche e metallurgiche trasformò il tessuto sociale italiano, creando nuove opportunità di lavoro ma anche accentuando le divisioni tra ricchi e poveri.
Periodo | Evento chiave | Impatto sull’Italia |
---|---|---|
1861-1870 | Unificazione dell’Italia | Creazione di un mercato interno più ampio, stimolando lo sviluppo industriale |
Fine XIX secolo | Espansione delle industrie tessili in Piemonte e Lombardia | Aumento della produzione, creazione di nuovi posti di lavoro ma anche sfruttamento dei lavoratori |
Inizio XX secolo | Sviluppo del settore siderurgico nel Nord Italia | Fornitura di materiali per l’industria, crescita economica ma anche problemi ambientali |
La Teoria dell’“Uomo Delinquente”: Un Approccio Controverso
Lombroso pubblicò la sua opera principale, L’uomo delinquente, nel 1876. Il libro divenne un bestseller e contribuì a rendere popolare la criminologia come disciplina scientifica.
Secondo Lombroso, i criminali potevano essere distinti in base a caratteristiche fisiche e mentali:
- Criminali nati: Questi individui possedevano tratti fisici primitivi, simili a quelli degli animali, che li rendevano predisposti alla criminalità.
- Criminali pazzi: Questa categoria comprendeva persone con disturbi mentali che li portavano a commettere crimini.
- Criminali occasionali: Individui influenzati da circostanze esterne come la povertà o la disoccupazione, che li spingevano a delinquere senza una predisposizione innata.
Un’Influenza Durabile:
Sebbene le teorie di Lombroso siano state criticate per il loro carattere deterministico e per l’assenza di basi scientifiche solide, hanno contribuito ad aprire un dibattito sulla natura della criminalità che ha influenzato la ricerca criminologica per decenni.
Note Interessanti:
- Lombroso fu anche uno dei primi studiosi a distinguere tra diversi tipi di delinquenti, considerando non solo il comportamento ma anche le motivazioni e le circostanze sociali.
- La sua passione per l’anatomia lo portò a raccogliere una vasta collezione di crani e scheletri di criminali, che oggi sono conservati presso il Museo di Antropologia Criminale di Torino.
In conclusione, Cesare Lombroso rimane una figura complessa e controversa. Mentre la sua teoria dell’“uomo delinquente” è ormai superata, il suo lavoro ha contribuito a plasmare la storia della criminologia e ad aprire un dibattito fondamentale sulla natura della criminalità.